Nella cultura mediterranea fu considerato fondatore dell’alchimia Ermete Trismegisto una figura probabilmente immaginaria a cui furono attribuite numerose scritture.
Il termine alchimia deriva dall’arabo al-khīmiyya o al-khīmiyya (الكيمياء o الخيمياء), composto dell’articolo determinativo al- e della parola kīmiyya che significa “chimica” e che a sua volta, sembrerebbe discendere dal termine greco khymeia (χυμεία) che significa “fondere”, “colare insieme”, “saldare”, “allegare”, ecc. (da khumatos, “che è stato colato, un lingotto”). Un’altra etimologia collega la parola con Al Kemi, che significa “l’arte egizia”, dato che gli antichi Egizi chiamavano la loro terra Kemi ed erano considerati potenti maghi in tutto il mondo antico. Il vocabolo potrebbe anche derivare da kim-iya, termine cinese che significa “succo per fare l’oro”.
Si ritiene che il “Libro della composizione dell’alchimia” sia stato il primo libro sull’alchimia tradotto dall’arabo in latino. Il traduttore era l’inglese Robert of Chester che è stato uno dei primi traduttori a trasferirsi in Spagna per imparare l’arabo e tradurre alcune delle opere arabe. Ha completato il suo lavoro di traduzione l’11 febbraio 1144 data in cui si crede sia nata l’alchimia occidentale.
Il libro della composizione dell’alchimia acquisì un rilievo importante nella letteratura alchemica latina. I nomi di Maryānus (Morienus) e Khālid (Calid) divennero famosi a tutti gli alchimisti in Europa. La loro importanza nell’alchimia fu paragonata a quella di al-Rāzī (Rhazes), Ibn Sīnā (Avicenna) e Jābir (Geber).
Nell’Alto Medioevo, a partire dalla fine del secolo XI, inizia in Occidente il periodo d’oro dell’alchimia, che si protrarrà fino al Rinascimento: re, papi, principi, mercanti, scienziati, gente comune, si avvicinano a questa dottrina; molti con il miraggio di riuscire a realizzare la trasmutazione metallica, pochi con l’intento di esplorare e comprendere i segreti della natura.
Le trasformazioni che gli alchimisti realizzavano erano in realtà semplici reazioni chimiche, e fu per studiare queste che furono compilati i primi preziosissimi manuali in cui si insegnava come distillare, come estrarre un metallo dal suo minerale, come ottenere un vetro o manipolare la polvere da sparo. Le prime nozioni sui cambiamenti di stato della materia e sulla combinazione degli elementi chimici furono ordinate e raccolte proprio dagli alchimisti. E le sostanze che essi utilizzavano, così come i loro strumenti e le loro tecniche, erano le stesse che venivano utilizzate per preparare colori da pittura, profumi e soprattutto farmaci. L’alchimia non può essere considerata una scienza, ma rappresenta la preistoria della chimica.
Il Rinascimento determinò la svolta verso la chimica moderna, con personaggi come Paracelso, che diede una nuova forma all’alchimia, promuovendo l’utilizzo di espressioni empiriche ed esperimenti. Il declino dell’alchimia in Occidente fu causato dalla nascita della scienza moderna basata su rigorose sperimentazioni scientifiche e sul concetto di materialismo. Nel XVII secolo Robert Boyle introdusse nella ricerca chimica il metodo sperimentale, ed é da questo momento in poi che si può parlare di scienza.
Alchimia definisce l’insieme di pratiche filosofico-esoteriche che combinano elementi di medicina, chimica, metallurgia, astrologia e fisica, il cui primo fine era trasformare il piombo in oro. La trasmutazione dei metalli di base in oro con la pietra filosofale simboleggia un tentativo di arrivare alla perfezione e superare gli ultimi confini dell’esistenza. Gli alchimisti credevano che l’intero universo stesse tendendo verso uno stato di perfezione, e l’oro, per la sua intrinseca natura di incorruttibilità, era considerato la sostanza che più si avvicinava alla perfezione.
L’universo alchemico è pervaso di simboli, che, intrecciandosi in mutue relazioni, permeano le varie operazioni e gli ingredienti costitutivi del processo per ottenere la pietra filosofale.
I simboli alchemici si dividono in simboli astrologici e simboli animali.
I simboli animali compaiono spesso nei trattati medievali di alchimia, mentre gli elementi cosmici avevano una grande importanza non solo per la loro influenza sui processi alchemici, ma anche per il parallelismo che li legava agli elementi naturali. Infatti ognuno dei 7 pianeti del Sistema Solare allora conosciuti era associato ad un determinato metallo:
- Sole: Oro
- Luna: Argento
- Mercurio: Mercurio
- Venere: Rame
- Marte: Ferro
- Giove:Stagno
- Saturno: Piombo
La Grande Opera (Magnum Opus), chiamata anche processo alchemico atto a creare la pietra filosofale, avveniva attraverso quattro operazioni:
Putrefazione, Calcinazione, Distillazione, Sublimazione.
e tre fasi:
Soluzione, Coagulazione, Tintura
Con queste operazioni, la materia si trasformava passando attraverso i tre stadi fondamentali:
- Nigredo che ha come simbolo il corvo: la materia si dissolve, putrefacendosi
- Albedo che ha come simbolo il cigno: la sostanza si purifica, sublimandosi
- Rubedo, che ha come simbolo la fenice: la materia si ricompone, fissandosi
La pietra filosofale avrebbe posseduto le seguenti proprietà:
- Conferire l’immortalità attraverso l’ elixir di lunga vita
- Donare l’onniscienza, la conoscenza assoluta del passato e del presente, del bene e del male
- La possibilità di trasformare qualsiasi metallo in oro
FONTI:
- Arti del metallo e alchimia, 1980, Mircea Eliade
- https://www.etymonline.com/word/alchemy (30 Apr 2018)
- Mysticism and Alchemy through the Ages: The Quest for Transformation, 2012, Gary Edson
- Le dimore filosofali, 1973, Fulcanelli
- The arabic original of liber de composition alchemise, 2004, Al-Hassan, Ahmad Y.
- https://it.wikipedia.org/wiki/Alchimia (30 Apr 2018)
- https://www.chem.uniroma1.it/plschimica/pdf/L-ALCHIMIA%20(2).pdf (30 Apr 2018)
A cura del Dott. Marco Migliore