La chiesa di Santa Teuteria e Tosca è una delle più antiche chiese paleocristiane presenti in Veneto. Essa infatti fu edificata nel V secolo d.C., ma col passare del tempo ha subito molti restauri e modifiche fino alla quasi totale ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Questa chiesa fu consacrata nell’anno 751 d.C. dal vescovo Annone anche se non ci sono dati certi al riguardo, ma ci fu una seconda consacrazione il 14 settembre 1160 dal vescovo Ognibene poco dopo il ritrovamento dei resti delle due sante all’interno della chiesa.
Secondo la leggenda Teuteria era nata in una nobile famiglia Anglosassone, figlia del Re d’Inghilterra. Un giorno fuggì dalla sua terra e dalle insidie del re pagano Osvaldo per rifugiarsi proprio a Verona presso l’eremita Tosca, figlia del vescovo Procolo (che in seguito la sua morte verrà fatto santo e verrà edificata una chiesa in suo onore sempre a Verona). Le due donne vissero in una grotta la cui entrata si dice fosse protetta da ragnatele resistenti come il ferro per il “potere di Dio”, che protessero le donne dal re pagano. Tuteria e Tosca vissero assieme fino alla morte.
In origine questa chiesa era a “croce greca”, ma poi nel 1335 divenne luogo di sepoltura della famiglia veronese Bevilacqua quindi fu interrata e divenne una cappella a pianta quadrata.
Oggi la si può raggiungere passando attraverso la chiesa dei Santissimi Apostoli attraverso una porta in tufo realizzata nel 1600. All’interno si trova un’ambiente semplice e la chiesa è riuscita a mantenere un’atmosfera antica e suggestiva malgrado le varie modifiche, restauri e ricostruzioni.
Entrando ci si trova di fronte all’altare realizzato nel 1700 e al centro della struttura un’acquasantiera; a destra dell’altare troviamo un’arca in marmo rosso contenente i resti delle due Sante. A sinistra il sarcofago di Francesco Bevilacqua, ambasciatore e uomo di fiducia degli Scaligeri. Di fronte alla tomba di Francesco Bevilacqua si possono trovare anche quelle di Gregorio, Antonio e Gianfrancesco Bevilacqua.
FONTI:
- Wikipedia
- Scaligeri.com
a cura di Samuele Castellini