CENNI STORICI
La chiesa di San Giovanni in Foro, come ogni altra chiesa, è dedicata primieramente a Dio Ottimo e Massimo (D.O.M.) e a San Giovanni apostolo ed evangelista, quello che Gesù chiamò a seguirlo (Mt. 4,18 e Gv. 1,35), e scrisse il quarto Vangelo, l’Apocalisse e tre lettere apostoliche.
Il suo nome di San Giovanni “in Foro” deve le sue origini alla vicinanza al “forum” della città, ovvero l’odierna piazza Erbe.
La data di prima costruzione è antica e si perde nella nebbia dei tempi; si sa per certo che fu parrocchia a partire dal secolo VIII fino al 29 settembre 1825 e si estendeva, come tale, su tutto il territorio delimitato da Corso Porta Borsari, via Adua, via Emilei e via Fama e, nel secolo XVIII, il numero dei parrocchiani giunse a circa 400 anime; nel 1825 passò da parrocchia a rettoria.
Il 7 luglio 1172, dopo che un terribile incendio devastò tutto il centro cittadino, essa crollò e venne in seguito ricostruita con profonde modifiche rispetto alla struttura originale.
Questa chiesa presenta una singolarissima caratteristica: “l’inclinato capite”, cioè l’arco trionfale che sovrasta l’altare maggiore e il coro sono leggermente piegati a sinistra di chi guarda a ricordo di Gesù che è morto in croce con il capo piegato verso la sua destra. Si può infatti osservare come il Vangelo che riferisce della morte di Gesù, scrive: “Cum ergo accepisset Jesus acetum, dixit: Consummatum est. ‘Et inclinato capite’ tradidit spiritum”. (Gv 19,30) “Gesù, dopo aver ricevuto l’aceto, disse: “’Tutto è compiuto!’. E, chinato il capo, spirò”.
INTERNO DELLA CHIESA
L’altare del coro è del ‘700 con alzate e colonne. Al suo interno vi è presente una preziosa tela di Giovanni Battista Rossi detto il Gobbino (1591): Gesù è crocifisso sopra una croce dipinta con ai piedi la Madonna addolorata, San Giovanni Evangelista, San Domenico di Padova (probabile aggiunta postuma) e, in basso, un penitente che piange per i propri peccati (alcuni vedono in quest’ultimo personaggio il committente dell’opera).
Ai lati di questa tela sono presenti splendidi affreschi con a sinistra il profeta Isaia con sotto le parole “Egli (Gesù) è stato trafitto per le nostre colpe” (Is. 53,5) e, a destra, il profeta Geremia con la scritta sottostante: “La sua (di Gesù) sofferenza è grande come il mare”. (Lam. 2,13)
Al lato sinistro del coro c’è San Giovanni Evangelista che viene chiamato da Gesù per seguirlo e, al lato opposto, San Giovanni Evangelista che, seduto, è in contemplazione della Madonna “vestita di sole, con la luna sotto ai suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle” (Ap. 12,1)
Il soffitto del coro
Sul soffitto del coro si può osservare un antico affresco con ornamenti tradizionali e alcuni, vicino alle due finestre, di tipo barocco. Al centro è raffigurata una colomba che, in analogia all’effusione dello Spirito Santo sugli apostoli, effonde i sette doni sul popolo santo di Dio:
- la Sapienza: per poter gustare le gioie divine;
- l’Intelletto: perché possa comprendere le grandi verità della fede;
- il Consiglio: perché sia in grado di discernere in ogni momento la volontà di Dio;
- la Fortezza: di modo da poter far sempre generosamente ciò che è gradito a Dio;
- la Scienza: affinché veda in tutto e in tutti l’orma di Dio;
- la Pietà: perché ami Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze;
- il Timor di Dio: così che eviti tutto ciò che può dar dispiacere a Dio.
L’altare è la mensa lapidea assai elevata dal suolo, sulla quale si offre a Dio il sacrificio eucaristico, che è sostanzialmente lo stesso sacrificio della croce, nel quale il Signore Risorto ci coinvolge nella sua adorazione, ringraziamento, invocazione, a Dio nostro padre.
L’altare maggiore fu costruito nel 1928 con pregiati marmi policromi. Nei giorni feriale il sacerdote celebra la S. Messa rivolto verso il tabernacolo e, con il benestare della Curia Vescovile, dal 2 marzo 1965 è stata approntata una mensa sopra la spalliera dell’altare e attualmente il sacerdote, nei giorni prefestivi e festivi, celebra rivolto verso l’assemblea.
Il tabernacolo
Il centro della chiesa è l’altare maggiore e, a sua volta, il suo centro è il tabernacolo dove si conserva Gesù nella santissima Eucarestia. Il tabernacolo presente segue tutti i requisiti voluti dalla Chiesa:
- la forma si accorda con lo stile dell’altare;
- è solidamente chiuso con una doppia portina;
- è decorosamente ornato secondo le prescrizioni liturgiche.
Sopra di esso è presente un triangolo con il monogramma di Gesù (JHZ – Gesù salvatore degli uomini) che si può ritrovare anche nella nicchia sotto l’altare, sopra l’arco trionfale e nel soffitto dell’atrio.
Davanti al tabernacolo furono scolpite le parole di Gesù: “Venite a me: io sono la via, la verità e la vita” (Gv. 14,6); la portina esterna è stata ornata di una vite con sei grappoli d’uva e otto spighe di frumento, simbolo dell’Eucarestia (Gv. 15.1), mentre al suo interno vi è inciso il ringraziamento ai benefattori che “con munificenza ed arte lo vollero sicuro nell’anno 1938 […]”. All’interno della seconda portina vi è una scritta che indica come quest’ultima fu rinforzata e indorata nell’anno 1930.
Le statue dell’altare
Nella spalliera che si eleva sull’altare sono presenti alcune nicchie con 8 statue di bronzo argentato raffiguranti le tre Virtù Teologali e le quattro Virtù Cardinali; partendo da sinistra troviamo:
a sinistra del tabernacolo
- la I rappresenta la Temperanza nel controllo nel controllo della propria sessualità raffigurata da un giglio tenuto in mano;
- la II rappresenta la Fede con la croce che porta sul petto;
- la III rappresenta la Speranza son una mano alzata in preghiera e l’altra aggrappata ad un’ancora;
- la IV rappresenta la Carità con le mani giunte in direzione dell’Eucarestia.
a destra del tabernacolo
- la I la Prudenza con una colomba in mano e un serpente sotto i piedi;
- la II la Giustizia con la bilancia in perfetto equilibrio e una spada per costringere all’equità;
- la III rappresenta la Fortezza con la spada puntata in alto per esprimere una volontà robusta;
- la IV rappresenta la Temperanza nel mangiare e nel bere con una mano che tiene chiusa un’anfora.
Queste statue, rappresentanti le Virtù Teologali e Cardinali furono poste vicino al tabernacolo in quanto sono gli strumenti spirituali che aiutano a conoscere, amare e vivere secondo la volontà di Dio.
L’annunciazione
Ai piedi dell’altare si possono osservare due bassorilievi rappresentanti il racconto evangelico dell’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria Santissima come narrato nel Vangelo (Lc. 1,26); particolare la presenza, ai suoi lati, di due gigli di bronzo argentato ricordo dell’immacolata concezione di Maria.
La lampada del santissimo
La Chiesa prescrive: “Vicino al tabernacolo, in cui si custodisce la santissima Eucarestia, brilli perennemente una speciale lampada, mediante la quale venga indicata e sia onorata la presenza di Gesù Cristo” (C.J.C. 940). Questa lampada del santissimo, che riproduce un pesce con un cesto di pane sul suo dorso, fu appositamente installata nel 1960 e sta a simboleggiare, con il pesce, Gesù redentore e, con il cestello sostenuto dal pesce, la santissima Eucarestia che viene donata da Gesù ed è custodita nel tabernacolo. Sono inoltre presenti due croci di ferro sospese ai lati dell’altare maggiore, che hanno al centro lo spazio per sostenere lumi di cera accesi tutto il giorno in onore di Gesù.
Gli oli santi
Alla base dell’arco trionfale ci son due tabernacoli scavati nel muro; quello di sinistra ha, sulla porticina, raffigurati due vasetti, simbolo degli oli santi che sono li custoditi e che vengono conservati in tre vasetti dopo aver ricevuto la benedizione del Vescovi nella S. Messa del Crisma il Giovedì Santo:
- in uno viene conservato il Crisma: l’Olio per l’unzione battesimale, la cresima, la consacrazione dei Sacerdoti e dei Vescovi;
- uno contiene l’Olio dei Catecumeni per il battesimo;
- l’ultimo contiene l’Olio degli Infermi per le persone inferme per dar sollievo nella malattia e il perdono dei peccati (Gc. 5,14).
Le sacre reliquie
Il tabernacolo di destra presenta invece sulla porticina due palme simbolo di martirio e di santità (Ap. 7.,9); contiene le reliquie, cioè frammenti del corpo di un martire o santo che vengono onorate in quanto strumento operativo di un’anima santa.
Trittico della Madonna
Sopra il presbiterio, a sinistra, c’è un trittico incorniciato da una ornamentazione geometrica e policroma che contiene un affresco scalfito e frammentario raffigurante la Madonna con il Bambino in grembo; affianco la Vergine: a sinistra San Giovanni Evangelista, a destra San Giovanni Battista. L’affresco è di un autore ignoto del XIV secolo.
Il pulpito è una piccola cattedra mobile che serve per proclamare più agevolmente la Parola di Dio e l’omelia dal momento che anticamente non c’erano altoparlanti e, la sua posizione sopraelevata permetteva che la voce fosse chiaramente udita da tutti i fedeli. Il pulpito della chiesa si trova sul lato sinistro del presbiterio, risale al 1933 a ricordo del XIX centenario della Redenzione operata da Gesù Cristo. Su tutto il pulpito sono presenti incisioni di immagini e scritte con significati spirituali che permettono, se si vuole, di immergersi in profonde e lunghe meditazioni.
Cappella della Madonna
La Madonna, dopo Dio e Gesù Cristo, viene giustamente venerata dalla Chiesa con un culto speciale, perché essendo Madre di Gesù e Madre di tutta l’umanità, occupa il posto più alto in Paradiso e il più vicino a noi. Per questo motivo l’altare dedicato a lei, dopo l’altare maggiore, riveste una particolare importanza rispetto agli altri; di buone forme architettoniche, con quattro colonne di marmi pregiati, fu eretto in suo onore (1965) dalla famiglia Butturini, che volle manifestare, con il proprio stemma, posto sulla chiave di volta dell’arco della cappella, la sua devozione alla Madonna.
L’attuale immagine di Maria santissima onorata con il titolo di “Patrocinio di Maria” è in stile barocco ed è del 1821 mentre il pavimento in musivo, con simboli mariani e invocazioni alla Madonna, fu realizzato nel 1935; nel centro vi è una barca a vela sommersa dai flutti con seduto un uomo che prega la Madonna, raffigurata nella stella che brilla nel cielo azzurro. Sotto è presente la scritta “Stella amica dei naufraghi” a ricordare che siamo tutti naufraghi bisognosi dell’aiuto della Madonna.
A sinistra il musivo riproduce un tempio stilizzato per richiamare quello di Gerusalemme, dov’era custodita l’Arca dell’alleanza, mentre, a destra, vi è raffigurata la torre davidica. Ai lati di questo altare si possono osservare due affreschi rappresentanti due antenate di Gesù Cristo che furono partecipi della Provvidenza: Rebecca a sinistra e Ruth a destra.
Il soffitto
Il soffitto ha quattro vele maggiori e quattro minori. All’incrocio dei costoloni vi è un rettangolo con la colomba, simbolo dello Spirito Santo. Chiuse dentro ovali, circondati da putti e disegni ornamentali in parte dorati si trovano quattro immagini di giovani vergini a rappresentare le quattro virtù Cardinali vissute nel modo più perfetto dalla Madonna durante tutta la sua vita.
A nord vi è la Prudenza, con la lampada accesa in mano; a est la Giustizia, con la spada in una mano e la bilancia nell’altra; a sud è rappresentata la Fortezza, con le due braccia che manovrano con vigore il timone della nave; infine, a ovest, si trova la Temperanza con in mano un tagliere vuoto.
Il polittico di San Giuseppe
A metà navata, sul lato destro, è raffigurato il pio transito di San Giuseppe assistito, sul letto di morte, da Gesù e Maria; sopra gli angeli attendono la sua anima per introdurla in Paradiso. Più sotto, a sinistra, si ritrova l’immagine della Madonna onorata di Pompei e, in centro, vi è un mini presepio, con le statuine alte 2 cm., costruito a mano dai soldati presenti in questa chiesa nel Natale del 1917 quando essa fu adibita ad ospedale militare. Lo si può vedere tutto l’anno tranne che nei periodi di Avvento e di Quaresima.
Madonna in marmo greco
Tra la cappella della Madonna e quella di Santa Teresa, appesa al muro perimetrale, c’è un’effige antichissima (A.D. 1220) molto apprezzata dagli archeologi, con la scritta latina in carattere gotico “Il Maestro Pulia mi ha fatto, pregatemi per lui”. Nel 1989 fu preso il calco di tale effige e fu portato all’esposizione di Arte Sacra di Torino; il calco è conservato attualmente nel museo civico di Verona.
Quadri appesi al matroneo
Nel centro:
La Beata Vergine, San Sebastiano e San Giovanni Evangelista (Antonio Giarola 1595-1665)
Sulla sinistra:
Madonna col Bambino (Claudio Ridolfi 1560-1644)
Sulla destra:
Angelo Custode (Claudio Ridolfi 1560-1644)
Sul muro a sud:
San Giovanni Evangelista che guarda l’Eterno Padre (Antonio Salomoni +1921)
Sul muro a nord:
San Pietro (Autore ignoto)
Atrio della chiesa
Le quattro colonne di marmo rosso che si ritrovano sostenevano sia il matroneo, sia i cancelli di ferro che un tempo separavano i peccatori pubblici dai fedeli. Il soffitto, rifatto nel 1962, riprende bene l’antico: è a cassettoni disegnati a scacchiera con fondi rosso e azzurro con, al centro, il monogramma di Gesù IHS.
Battistero
Nell’angolo dell’atrio è presente anche l’antico fonte battesimale in marmo rosso utilizzato quando la chiesa era parrocchia; particolare di questo fonte è l’essere tutto un unico pezzo con la conca che conteneva l’acqua battesimale e la coppa che raccoglieva l’acqua del battezzato.
Il tetto della chiesa
Il tetto è sostenuto da antiche capriate in legno pregiato che mettono in bella vista il coperto in cotto originale.
ESTERNO DELLA CHIESA
Il portale
Il portale, simbolo di Gesù Cristo come porta per entrare nella salvezza, è di epoca rinascimentale. Scolpito in marmo rosso, riporta, scritto in latino sull’architrave, il nome del benefattore: Benedetto Rizzoni, illustre prelato della chiesa e scrittore apostolico; particolare la presenza anche del suo stemma: un riccio rampante.
Sopra il portale sono presenti tre statue scolpite da Girolamo Giolfino (1446-1535):
- in alto, al centro San Giovanni Evangelista;
- a sinistra c’è San Pietro Apostolo;
- a destra San Paolo Apostolo delle genti.
Nella lunetta sovrastante il portale è presente un affresco di finissima esecuzione di Nicola Giolfino (1476-1555); Nell’affresco è raffigurato San Giovanni Evangelista, nell’Isola di Patmos, nell’atto di scrivere l’Apocalisse (Ap. 1,2)
Tra le due grandi finestre, di epoca rinascimentale, presenti compare un affresco raffigurante la deposizione di Gesù dalla Croce di Domenico Brusasorzi (1494-1567).
Anticamente tutto il muro perimetrale era intonacato e solo nel 1905, con il consenso della sopraintendenza artistica, fu completamente scrostato per portare alla luce l’antichissimo muro a strati isodomi di tufo, cotto e ciottoli disposti a spina di pesce.
Il sarcofago
All’esterno della chiesa, all’angolo est, era presente un antico sarcofago (Sec. XIV) di cui rimane solo la pietra esterna: il resto fu rimosso per non ingombrare la strada. Su di esso si possono osservare due stemmi: quello con il leone rampante è lo stemma dei Castelbarco mentre l’altro, con molta probabilità, è lo stemma nobiliare degli antenati della sposa.
La pietra igrometrica
Secondo la tradizione popolare alla pietra rettangolare posta sotto il sarcofago viene attribuita la particolare qualità e funzione di igrometro; si può osservare infatti come, nell’angolo inferiore a sinistra della pietra del sarcofago, sia presente una particolare levigatura da sfregamento e pulitura con il tocco frequente della mano.
Il tempietto
Sopra il sarcofago è presente un tempietto in pietra scolpita del ‘300. La parte superiore ha tre cuspidi divise in lesene con pinnacoli gotici. Nella cuspide di centro c’è Gesù, con le braccia incrociate a mezza figura mentre, in basso, sono presenti due nicchie con arco e conchiglie al cui interno sono presenti la Madonna e San Giovanni Evangelista; sopra vi è una scritta che riproduce una scritta più antica che ricorda l’incendio che, come già scritto, bruciò nel 1172 la chiesa e tutto il centro di Verona.
Affresco del buon pastore
Nella parete sud, in alto, sotto il tetto della chiesa è presente un piccolo affresco rappresentante Gesù buon pastore con un canestro di pane e frutta, e un agnellino stretto al seno.
Il campanile
Nella sua parte inferiore è in cotto e ciottoli ed era una delle antiche torri della città risalente, sembra, al 1300: ad est e a sud infatti si possono osservare i segni delle feritoie. La parte superiore, fatta solo in cotto, fu aggiunta in seguito per creare la cella campanaria contenente due campane.
Sulla più grande delle due sono fuse le seguenti parole: “In principio era il Verbo e il Verbo si è fatto carne; R. Marco Antonio de Tortis, Rettore della basilica di S. Giovanni in Foro, che l’ha fatta fondere nel 1511”.
Tutto intorno sul bordo sono inoltre fusi vari medaglioni in rilievo raffiguranti:
- l’adorazione dei Magi;
- la fuga in Egitto;
- San Michele Arcangelo
- Gesù crocifisso
- i simboli dei quattro evangelisti (il bue, il leone, l’angelo e l’aquila)
Sull’altra campana si legge invece: “Sac. Angelo Melotti, Rettore di San Giovanni in Foro – Paolo De Levis fonditore 1677”.
Il cimitero
Cimitero, parola greca che sigifica “dormitorio” è il luogo dove riposano i corpi dei defunti e, secondo il senso critstiano della vita, la pietà verso i morti e la fede nella vita eterna esigono che il corpo di ogni fedele venga sepolto e onorato in attesa della risurrezione dei morti. Il cimitero era vicino alla chiesa e nello specifico si trovava nello spazio attualmente occupato dalla sacrestia; questo per far si che i morti e i vivi si aiutassero reciprocamente: i morti pregavano per i vivi e ricordavano loro “Quello che tu sei io fui, quello che io sono tu sarai”; i vivi offrivano Ss. Messe, preghiere ed indulgenze per implorare la pace eterna ai loro defunti.
Madonna addolorata
Sul muro esterno dietro l’altare della Madonna, è presente un devoto bassorilievo dell’Addolorata, con Gesù morto sulle sue ginocchia, che veglia sul piccolo cimitero che raccoglie le spoglie mortali di tanti sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli.
ABBREVIAZIONI
Antico Testamento
Is. = Isaia
Lam. = Lamentazioni
Nuovo Testamento
Mt. = Matteo
Lc. = Luca
Gv. = Giovanni
Gc. = Lettera si S. Giacomo
Ap. = Apocalisse
C.J.C. = codice di diritto canonico
FONTI
- Guida storica-artistica-liturgica (terza ed.) della chiesa monumentale di S. Giovanni in Foro di Verona a cura di Sac. Riccardo Ferrari che a sua volta ha attinto da:
- Archivio della chiesa di S. Giovanni in foro.
- Archivio storico della Curia vescovile di Verona.
- Notizie storiche delle chiese di Verona del Biancolini.
- Guida storico-artistica del Simeoni.
- Verona artistica dello Zannoni.
- “Le chiese di Verona” di G. Benini.
Ricerca a cura di Michele Tolin