Il mercenario, o soldato di ventura si può definire come figura che prende parte ad un conflitto armato senza essere mosso da ideali o nazionalità ma per puro tornaconto personale.
A dispetto di ciò che si possa pensare, l’utilizzo di queste truppe poteva rivelarsi risolutivo per il buon esito di una battaglia.
Iniziamo con le truppe di fanteria elvetiche mercenarie che, prima di ridursi a favore dell’esercito nazionale nel XV secolo, operavano come compagnia di ventura distinguendosi per la loro efficenza, tattica e tempra, tant’è che la loro presenza in una determinata fazione il più delle volte poteva significarne la vittoria: ad esempio emerge da documenti storici che la fanteria fosse in grado di tenere il passo della cavalleria persino in terreni alpini.
Oltre alle notevoli migliorie nella tattica dei picchieri implementandone la versatilità, ciò che li rese famigerati fu la loro prerogativa di prendere l’iniziativa sul campo di battaglia, agendo aggressivamente e costringendo il nemico a reagire di conseguenza.
Ricordiamo che dall’avvento del “longbow”, con arcieri in grado di scagliare fino a venti frecce al minuto, una formazione di combattimento poco flessibile poteva comportare la decimazione della stessa. Erano soliti utilizzare una formazione simile alla falange greca, chiudendosi a riccio (o “istrice”) con le loro picche lunghe circa cinque metri e rendendosi impenetrabili dalla cavalleria nemica, e grazie alla loro cruenza e abilità ridefinirono il concetto di battaglia del tempo che vedeva la cavalleria come arma definitiva.
Non sempre le compagnie di mercenari erano sinonimo di eroi del campo di battaglia, ad esempio tra la fine del 1200 e l’inizio del 1300 si diffusero in Italia le “Masnade”, formate prevalentemente da soldati di bassissima estrazione sociale disposti a tutto per guadagnare e votati al saccheggio: venivano infatti prevalentemente impiegati dai signori locali per imporre il loro potere, più o meno legittimo, e per esercitare atti di violenza sulle popolazioni. Senza disciplina ne organizzazione, il termine “Masnada” finì per acquistare accezione negativa.
Per citare un esempio agli antipodi, già nel 989 nell’Impero Bizantino veniva istituita la “Guardia variaga” composta da elementi mercenari al solo servizio dell’Imperatore, gli unici a difendere con successo Costantinopoli dall’assedio dei Templari. Era composta di uomini soprattutto provenienti dalla Russia, Svezia, Danimarca e Norvegia, successivamente si aggiunsero anche Anglosassoni. Per quanto fossero istruiti nell’arte della spada e dell’arco, la loro arma principale era l’ascia lunga. Il suo eroismo l’ha portata ad essere menzionata nelle saghe norrene “Njàls Saga”, e in altri romanzi contemporanei che vedono loro come protagonisti.
FONTI:
- Giovanni Santi-Mazzini, Militaria – Storia delle potenze europee da Carlo Magno al 1914, Milano, Mondadori, 2005
- Ercole Ricotti, Storia delle compagnie di ventura in Italia. Torino 1844
- Georg Ostrogorsky, Storia dell’Impero bizantino, Milano, Einaudi, 1968
a cura di Gabriele Tita