Per capire come approcciarsi alla storia romana medievale è necessario ripercorrere alcune date fondamentali della storia romana.
La mitica data di fondazione dell’urbe da parte di Romolo è universalmente riconosciuta nel 753 a.C.. Si ritiene, erroneamente, che la data di caduta dell’Impero Romano sia il 476 d.C., ovvero coincida con la caduta della capitale dell’Impero Romano d’Occidente. Questo è di per se erroneo in quanto esisteva, dall’ultima divisione dell’impero da parte di Teodosio I il Grande, un Impero Romano d’Oriente che non era inferiore alla sua parte occidentale ed è doppiamente erroneo dal punto di vista giuridico perché si trascura un’importantissima (col senno di poi) costituzione dell’Imperatore Caracalla del 212 d.C..
COSTITUZIONE ANTONINIANA
La costituzione di Caracalla non fu percepita dai suoi contemporanei come una rivoluzione, venne vista più come una mossa di politica fiscale per rimpinzare l’erario pubblico che, anche grazie al suo pessimo regno, si stava svuotando.
Il sistema romano iniziava a mostrare i primi segni di cedimento proprio dopo il suo periodo di massimo splendore sotto gli Antonini: questo portò al periodo di anarchia militare e solo con l’arrivo di Costantino I il Grande si riuscirà ad avere un periodo di relativa tranquillità interna ed esterna.
Analizzando la costituzione di Caracalla con occhi postumi, si può dire, che questa non fu solo una mossa economica per assoggettare tutto il popolo al peso fiscale imposto ai cittadini romani, fu anche la causa di un allargamento mai visto prima della cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’Impero (uno dei fattori scatenanti l’anarchia militare e il successivo disgregarsi dell’amministrazione statale). Questa stessa interpretazione ci perviene anche da un passo del digesto (o pandette), redatto da Triboniano su istruzione dell’Imperatore Giustiniano I il Grande, che riporta un passo del giurista Ulpiano 1,5,17: “coloro che abitano nel mondo romano, in base alla costituzione dell’Imperatore Antonino sono stati resi cittadini romani”.
Traendo quindi le conclusioni si può dire che con la caduta di Roma e la deposizione dell’ultimo imperatore d’occidente Romolo Augustolo l’Impero non viene meno né dal punto di vista nominale e territoriale (esiste un Impero Romano d’Oriente) né tantomeno dal punto di vista giuridico visto che cittadini romani vivevano e continuarono a vivere al di fuori dell’Italia nella parte orientale mai dimentichi della loro primigenia capitale che tenteranno per molto tempo di riconquistare, riuscendoci con Giustiniano e rimanendo nella parte meridionale d’Italia fino al 1100 (quando verrà persa anche la Puglia).
ULTERIORI PROVE A SOSTEGNO
Il diritto romano che viene studiato nelle università ha come base il corpus iuris civilis di Giustiniano che racchiude le costituzioni imperiali (codex) e i responsi giurisprudenziali (digesto o pandette) dei più grandi giuristi romani (Ulpiano, Giuliano, Celso arrivando anche a Cicerone): tale testo viene promulgato in più fasi prima il codex poi il digesto e successivamente le istituzioni e le novelle, tali testi sono comunque stati promulgati dal 529 d.C. in poi, quindi sarebbe un controsenso far finire l’Impero Romano con la caduta di Roma.
Ulteriore punto importante da sottolineare è il fatto che l’Impero Romano ha avuto più capitali: Roma è stata affiancata da altre capitali come nel periodo di Domiziano con la divisione dell’Impero in 4 parti e successivamente con Teodosio in 2 ma, ancora precedentemente con Alessandro Severo (222/235 d.C.), la capitale fu spostata dalla stessa Roma a Milano per fronteggiare meglio le minacce barbariche. Si noti quindi come da molto tempo Roma non fosse più l’effettiva capitale dell’Impero o, quantomeno, non fu l’unica.
L’Impero Romano d’Oriente nasce già nel 330 con la proclamazione da parte di Costantino il grande di Costantinopoli come capitale dell’Impero e si consolida definitivamente nel 395 con Teodosio il grande che dividerà definitivamente le due parti. Quindi dicendo che l’Impero Romano d’Oriente da una certa data si trasforma in un’altra cosa è profondamente sbagliato perché tale Impero prima del 476 esisteva ed era Romano, dopo il 476 non lo è più? Tutto ciò è storicamente e logicamente incoerente.
Molti storici invece portano come data spartiacque il 610 d.C. con il regno di Eraclito che sostituisce la lingua ufficiale (il latino) con il greco e cambia il titolo imperiale da Augustus a Basileus. Anche questo argomentazione non regge visto che tale cambiamento è stato un cambiamento puramente formale che non ha cambiato nulla nella sostanza delle cose visto che dalla conquista della penisola balcanica da parte dei Romani all’Impero di Eraclito la lingua ufficiale era si il latino ma nella parts orientalis (come veniva chiamata prima della divisione l’Impero Romano d’Oriente, ovvero la parte orientale dell’Impero) la lingua dell’aristocrazia locale e del popolo è sempre stato il greco, Eraclito ha solo formalizzato una consuetudine che era presente, nella parte orientale, ancora prima della nascita di Cristo, prova ne è il fatto che San Paolo ad Atene e nella penisola balcanica comunicasse con i filosofi e con il popolo in greco e non in latino (nonostante San Paolo fosse cittadino romano).
Altro punto fondamentale è che per tutto il Medioevo i regnanti germani del “Sacro Romano Impero” hanno chiesto agli Imperatori romani d’Oriente il riconoscimento della continuità con la parte occidentale, riconoscimento che non arriverà mai visto che i Romani consideravano (giustamente) barbari gli “Imperatori” germani. Questo non sarebbe servito se l’Impero d’Oriente fosse sempre stato considerato come altro dall’Impero Romano, va aggiunto che fino all’ultimo Imperatore d’Oriente (Costantino XI Paleologo) il titolo imperiale era “Basilea ton romaion” ovvero Imperatore dei Romani e che la popolazione dell’Impero si è sempre considerata discendente di Augusto e di Costantino, cosa che come già spiegato era riconosciuto anche dal “Sacro Romano Impero” e dal Papato.
Ultimo punto, ma essenziale, è che il termine “bizantino” venne introdotto dagli storici illuministi a partire dal 18° secolo: questo fenomeno si intensificò nel periodo napoleonico radicandosi. Questo non per evidenze storiche ma per dividere il Cristianesimo dall’Impero Romano al quale Napoleone rifece il suo Impero. Come sostennero gli stessi storici illuministi l’Impero d’Oriente costituiva “l’immagine dell’oscurantismo Cristiano e medievale, bisogna quindi separare la Roma antica dalla Roma medievale”. Tale divisione però non regge visto che il Cristianesimo diventa religione di stato nel 391 d.C. di tutto l’Impero unito (si era sotto il regno di Teodosio quindi l’Impero era unito per l’ultima volta) e il Papa andrà a ricoprire la carica di Pontefice Massimo, carica che è sempre stata presente nelle gerarchie romane ed era la più alta carica religiosa dello Stato (anche Giulio Cesare fu Pontefice Massimo).
CONCLUSIONE
La conclusione a cui si arriva è quindi una sola: l’Impero Romano non finisce nel 476 d.C. ma continua fino al 1453 d.C. percorrendo tutto il Medioevo coprendo un arco temporale di ben 2100 anni dalla sua fondazione alla sua caduta.
“Basileus Basileon, Basileuon Basileuonton”
FONTI:
- “Storia dell’Impero Bizantino” di Ostrogorsky – Einaudi
a cura di Alex Lorusso