Come suggerisce il nome stesso dell’ordine (tradotto dal latino sarebbe “Cani del Signore”), i frati sono chiamati al carisma della predicazione, allora molto raro poiché riservato quasi esclusivamente ai vescovi e ai pochi sacerdoti che avevano ricevuto un’istruzione adeguata. Questo mandato di predicazione, espressamente concesso dal Papa a tutti i frati, fu una grossa risorsa per la Chiesa cattolica, la quale si doveva scontrare con la mancanza di una vera predicazione legata ad una vita povera: ai Vescovi infatti non era richiesto alcun voto di povertà. Si possono riassumere le componenti della vita domenicana, già concepita in questi termini nel XIII secolo, in:
- predicazione del Vangelo
- vita comune
- liturgia
- vita regolare (voti di obbedienza, povertà e castità, nonché osservanze regolari)
- studio dei libri sacri e dei classici.
Questi elementi sono inoltre legati fra loro in maniera armonica grazie ad una intuizione di San Domenico di Guzman: la dispensa. Questa fa si che un superiore possa dispensare temporaneamente un frate dall’osservanza di una qualche regola proprio per favorire una predicazione più efficace.
Conosciuti in Inghilterra come black friars – letteralmente frati neri, ma essenzialmente traducibile come Domenicani – i frati predicatori indossano un abito totalmente bianco composto da una specie di tonaca lunga a cui è sovrapposto uno scapolare ed infine un cappuccio (anch’esso di colore bianco); completa l’abito il mantello nero a cui è sovrapposto un cappuccio nero delle stesse dimensioni di quello bianco indossato sotto. L’Ordine tuttavia non prevede solo la presenza maschile; esso è composto da tre gruppi: frati, monache, terziari.
a cura di Fabio Scolari